quinta-feira, 11 de julho de 2013

Il sogno che ricordo. 07/2013

Sono nel Brasile del 1700, vicino a Recife. Ci sono tante isolette davanti alla costa ed io vado a nuoto  da una all'altra per conoscerle tutte. Sono molto piccole e il mare intorno sembra quasi nero.
Ad un certo punto penso che sia arrivata l'ora di raggiungere Recife e mi ritrovo alla guida di una macchina sportiva (nonostante sia ancora il 1700), tra ponti, sopraelevate e tornanti. Cambio le marce a fatica (dato che non ho la patente), e proprio mentre metto la prima rifletto sulla mia persona e mi rendo conto di chiamarmi Padre Françisco. Non so niente su di me, solo che sono un prete.

terça-feira, 9 de julho de 2013

non riesco a dormire

non riesco a dormire.

é una specie di ansia che non mi fa addormentare. me ne sto ogni notte ad ascoltare discorsi di Saviano, di Travaglio, della De Gregorio, servizi della Gabanelli, e a volte anche i programmi di Lucarelli, anche se lui é buffo. Uno dopo l'altro, finché non dormo. Mi interessano davvero. Di Saviano e della De Gregorio poi penso di aver già visto e ascoltato tutti i video in circolazione. Però credo di assistere in parte anche per la nostalgia, ammetto che non so se li guarderei con la stessa ossessione se adesso mi trovassi in Italia. É una "abitudine/necessità" che é cominciata qui e della quale non posso prevedere gli sviluppi. L' insonnia mi colpisce quasi sempre quando dormo da sola, come se mancasse a me una calma proveniente dall'esterno, un'energia estranea alla mia ma allo stesso tempo in intimità con essa.

non sono una persona ossessionata dal controllo delle cose che fanno parte della mia vita, non penso mai che qualcuno abbia dei doveri nei miei confronti o delle scadenze, non impongo niente a nessuno e vale anche per me. lascio che alcune cose importanti ma non fondamentali restino incerte perché in qualche modo riconosco che questa é la mia strada e per ora é così che la devo percorrere. non controllo niente e nessuno, solo la mia posta e, a volte e purtroppo, qualcosa di me a livello più superficiale, ma non é di quello che mi interessa scrivere qui. sono quindi abituata a sentirmi spesso in medias res, come se ogni volta fossi ad uno snodo fondamentale, senza conoscere il seguito, abituata a non riuscire a prevedere nulla di me nemmeno a distanza di un mese.
eppure, questa mancanza di "rigore" a volte si riflette sulle mie azioni rendendole disordinate, mi rende più fragile, più penetrabile dalla rabbia (che non trova mai una valvola di sfogo), mi distrae quando leggo un libro di narrativa (in questi casi leggo molto più facilmente saggi, giornalismo o fumetti), come se non ci fosse spazio in me per immedesimarmi anche in qualcos'altro. Cerco solo i riempirmi di informazioni sul mondo, sarà anche questo una sorta di tentativo di controllo? non so, mi sembra che il contatto con me diventi più difficile.
non riesco a camminare per strada se non ho musica nelle orecchie. o meglio, ci rinuncio. io, da sola con me, senza musica, non ho ancora capito se mi spaventi, se mi deluda o se, più tristemente, percepisca i miei pensieri come grigi. dico grigi perché alla mia forma di pensare e sentire si accompagna indissolubilmente una visualizzazione spontanea di colori. como ho già raccontato in un altro post, mi succede con i numeri ma anche con le parole (nomi di persona ecc...) e con la musica, come immagino capiti anche alla maggior parte delle persone.
non c'é niente di disperatamente difficile ed io mi tormento. io rendo ogni cosa più complessa di quanto non sia, tiro tutti gli elastici. tutto é gestibile fuori di me, sono io che a volte mi rendo ingestibile da me.


segunda-feira, 1 de julho de 2013