sexta-feira, 29 de novembro de 2013

Le proporzioni

Oggi parlavo con. Dicevo questo. Di me.
"... a volte penso che con i genitori che ho e con tutte le esperienze che ho fatto dovrei essere una persona migliore. nel senso, se penso alle persone con cui sono cresciuta e alle cose che ho fatto, ai posti che ho visto e alle storie che ho ascoltato mi viene da chiedermi... com'é possibile che io sia ancora solo questo?
come se non riuscissi ad essere una spugna tanto quanto vorrei
come se inciampassi ogni volta nelle mie incongruenze e nei miei sbagli pur avendo visto come poterli schivare, pur avendo visto come poter essere molto di più di così
come se in fondo conoscessi delle formule che non applico mai
é per quello che mi dico: non sono ancora abbastanza brava
perché rispetto agli stimoli che ho e che ho avuto mi sento crescere troppo lentamente
perché queste cose non mi rendono intelligente quanto vorrei
e perché non riesco a trasmetterle agli altri quanto e come vorrei
l'unica cosa che credo di saper fare é essere comprensiva. comprendere le persone. 
per il resto é così, non sono ancora abbastanza brava
ad assorbire le cose in un modo che, mescolate con me, si trasformino in qualcos'altro
a farne qualcosa che possa servire a qualcuno, che possa dire a qualcuno"

Poi dopo ho continuato a pensare tra me e me.
eppure "qualcuno", qualcuno é di estrema importanza. perché qualcuno vuol dire forse "tutti", in una possibilità che comprende chiunque altro, gli altri. ed io vivo in un equilibrio tra me e gli altri. e senza gli altri io non saprei essere niente se non un corpo. é così, senza gli altri io non sono niente. uno per zero, zero. ma non riesco a dirlo senza dirlo. non riesco solo ad essere questo legame, senza avere il bisogno di spiegarlo. e non so nemmeno spiegarlo. non sono ancora abbastanza brava.







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